Il regime degli impatriati ( c.d. “rientro dei cervelli”) è un’agevolazione fiscale che mira a favorire il trasferimento in Italia di lavoratori e professionisti qualificati provenienti dall’estero. Tale beneficio si colloca nell’ambito delle politiche contro la fuga dei talenti e per l’internazionalizzazione del lavoro.
Si tratta di uno strumento con forte valenza strategica: da una parte per i lavoratori, ai quali consente una tassazione ridotta sul reddito – incentivando il ritorno o l’ingresso in Italia – dall’altra per le imprese, in quanto rappresenta un’opportunità per attrarre figure con competenze specialistiche e rafforzare la propria competitività.
I vantaggi fiscali del regime impatriati
Per i lavoratori
- Riduzione dell’imponibile: solo il 50% del reddito da lavoro dipendente, autonomo o d’impresa è soggetto a tassazione.
- Ulteriore abbattimento al 40% in presenza di figli minori o in caso di nascita/adozione in Italia durante il periodo agevolato.
- Durata di 5 anni con possibilità di estensione per ulteriori periodi, a seconda della situazione familiare e lavorativa.
Per le aziende
- Possibilità di offrire un netto in busta paga più elevato, a parità di costo aziendale.
- Maggior capacità di attrarre e trattenere talenti qualificati (anche dall’estero).
- Miglioramento della brand reputation come datore di lavoro attento al benessere dei propri dipendenti.
Chi può accedere al regime impatriati
Per ottenere l’agevolazione è necessario soddisfare precisi requisiti:
- Residenza all’estero
Il lavoratore deve aver avuto residenza fiscale fuori dall’Italia per almeno 3 anni. - Qualificazione professionale
In quanto è richiesta un’elevata specializzazione, che nella maggior parte dei casi corrisponde al possesso di un titolo universitario (almeno triennale) o a comprovata esperienza professionale. - Trasferimento della residenza in Italia
Il lavoratore deve impegnarsi a risiedere nel Paese per almeno 4 anni consecutivi. - Svolgimento dell’attività lavorativa in Italia:
L’attività deve essere esercitata principalmente nel territorio nazionale.
I rischi e gli obblighi connessi al regime impatriati
Chi accede al regime degli impatriati deve rispettare gli impegni previsti. In caso contrario, l’Agenzia delle Entrate procede al recupero delle imposte non versate, maggiorate degli interessi.
Non sono previste sanzioni aggiuntive, ma la perdita del beneficio comporta un esborso importante che può compromettere la convenienza dell’intera operazione. Per questo motivo è indispensabile valutare attentamente la propria posizione prima di trasferirsi.
Confronto tra vecchio e nuovo regime impatriati
Dal 2024 la disciplina è stata modificata. Ecco una tabella di confronto:
| Caratteristiche | Fino al 2023 | Dal 2024 |
| Residenza all’estero minima | 2 anni | 3 anni |
| Obbligo di residenza in Italia | 2 anni | 4 anni |
| Requisito professionale | Nessun requisito | Elevata qualificazione |
| Reddito tassabile | 30% (10% al Sud) | 50% (40% con figli minori) |
| Proroga agevolazione | 5 anni | 3 periodi d’imposta |
Regime impatriati: perché affidarsi a un consulente?
Il regime degli impatriati rappresenta un’opportunità fiscale molto interessante, ma al tempo stesso caratterizzata da regole complesse e da numerosi aspetti da valutare con attenzione. Rivolgersi a un consulente esperto in regime lavoratori impatriati permette innanzitutto di capire se l’agevolazione sia realmente conveniente in base alla propria situazione personale, evitando di basarsi solo su valutazioni generiche. Allo stesso tempo, un professionista è in grado di verificare con precisione la presenza dei requisiti richiesti e di predisporre correttamente la domanda, riducendo al minimo il rischio di errori.
La consulenza è preziosa anche nella fase di trasferimento della residenza fiscale, perché consente di gestire gli adempimenti con la giusta attenzione e senza trascurare passaggi fondamentali. Infine, affidarsi a un supporto qualificato significa pianificare il rientro in Italia in modo ordinato e sicuro, scongiurando eventuali contestazioni future e trasformando così un’agevolazione complessa in un reale vantaggio strategico.

Commercialista per regime degli impatriati 2025
Il regime degli impatriati è uno strumento fiscale che consente a lavoratori e imprese di ottenere vantaggi concreti. Riduzione della tassazione, maggior competitività e attrazione di talenti lo rendono una delle misure più interessanti del sistema tributario italiano.
Chi decide di rientrare in Italia o di attrarre talenti dall’estero ha però davanti a sé una sfida che richiede consapevolezza, strategia e competenze specialistiche. È proprio in questa fase che il supporto di un consulente esperto fa la differenza, perché permette di gestire ogni dettaglio con sicurezza e di affrontare il percorso senza incertezze: dalla verifica dei requisiti all’applicazione corretta dell’agevolazione, fino alla pianificazione del rientro.
Stai valutando il rientro o vuoi capire come sfruttare al meglio questa misura per la tua azienda? Contattaci.
Domande frequenti sul regime impatriati
1. Quali redditi rientrano nel regime impatriati?
Nel regime impatriati sono inclusi i redditi da lavoro dipendente, da lavoro autonomo e da impresa prodotti in Italia. Restano esclusi i redditi da capitale e quelli diversi non collegati all’attività lavorativa.
2. Posso accedere al regime se ho già lavorato in Italia con Partita IVA?
Sì, a condizione di aver avuto la residenza fiscale all’estero per almeno 3 anni e di rispettare i requisiti di specializzazione e durata della residenza in Italia.
3. È possibile applicare l’agevolazione anche se lavoro in smart working per un’azienda estera?
No. Il regime richiede che l’attività sia svolta prevalentemente in Italia, con redditi prodotti sul territorio nazionale.
4. Cosa accade se cambio lavoro durante il periodo agevolato?
Il beneficio non si perde, purché si continui a lavorare in Italia e a rispettare i requisiti previsti. Il nuovo datore di lavoro dovrà applicare l’agevolazione in busta paga.
5. La proroga è automatica o va richiesta?
La proroga non è automatica. Deve essere richiesta espressamente e spetta solo al verificarsi di specifiche condizioni, ad esempio la presenza di figli minori o l’acquisto di un immobile in Italia.


